Sommario
ARACNE NELLA MITOLOGIA GRECA
I nomi di molte figure della mitologia greca sono oggi utilizzati al di fuori del loro contesto originario; un esempio è Nemesi, una parola relativa a una dea greca, ora utilizzata per indicare un nemico.
Un altro esempio è la parola Aracnide, una parola legata ai ragni, ma questo nome deriva dalla parola greca Arachne, che oltre a significare ragno o ragnatela, era anche il nome dato a una fanciulla lidio.
La fanciulla Lydian Arachne
Aracne era figlia di Idmon di Colofone, una città che sarebbe stata inglobata nella regione della Lidia, sebbene fosse stata costruita come città ionica.
Idmon era coinvolto nell'industria dei tessuti: secondo Ovidio, infatti, era un noto utilizzatore di tintura di porpora, una delle sostanze più preziose del mondo antico. Questo Idmon non deve essere confuso con il più famoso Idmon che navigò sull'Argo.
Fin da piccola Aracne si dedicò alla tessitura e, ogni anno che passava, la sua abilità aumentava, superando quella di chiunque in Lidia o in Asia Minore.
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L'arroganza di Aracne
La fama di Aracne si diffuse in tutta la Lidia e presto anche le ninfe dell'Asia Minore lasciarono i loro domini per vedere la favolosa opera che veniva prodotta.
Queste ninfe cercavano di complimentarsi con Aracne per la sua abilità, annunciando che Aracne doveva essere stata addestrata dalla stessa dea Atena.
Ora, la maggior parte dei mortali avrebbe preso questo come un grande riconoscimento, ma non Aracne, che rispose con il commento che era una tessitrice migliore di Atena.
Tale arroganza sembrava essere presente in un certo numero di donne lidiofile, perché Niobe di origine lidio, avrebbe proclamato la sua superiorità nei confronti di Leto.
Atena e Aracne
Quando Atena venne a conoscenza del vanto di Aracne, la dea greca scese in Lidia per vedere l'empia ragazza e la sua opera. All'inizio Atena si travestì da vecchia e, pur lodando il lavoro di Aracne, cercò di far riconoscere alla tessitrice che il suo dono proveniva dagli dei. Ancora una volta, Aracne rifiutò di elogiare adeguatamente Atena, vantandosi addirittura di poter battere la dea in una gara di tessitura. |
Nessun dio o dea del Monte Olimpo avrebbe rifiutato una simile sfida, e Atena si liberò del suo travestimento, per rivelarsi per quello che era.
Aracne si sentì un po' presa in giro, ma non mostrò alcuna umiltà né chiese perdono, e così la gara ebbe inizio.
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La contesa tra Aracne e Atena
Le trame prodotte da Aracne e Atena erano le più belle mai realizzate sulla terra e l'abilità di entrambe brillava mentre tessevano intricati disegni con centinaia di fili di colori diversi.
Atena raffigurò la maestosità degli dei del Monte Olimpo, mostrandoli sui troni, e mostrò anche la scena in cui lei e Poseidone si contendevano Atene.
Anche Aracne, d'altra parte, raffigurava gli dèi, ma piuttosto che rappresentare scene della grandezza degli dèi, Aracne mostrava le azioni carnali degli dèi, tra cui il rapimento di Europa da Zeus e anche la relazione del dio con Danae.
La fine di Aracne
Per quanto riguarda la vittoria di Aracne o di Atena, dipende da quale versione della storia viene raccontata. Molti concordano sul fatto che l'opera di un mortale non può essere migliore di quella di un dio o di una dea, ma si dice anche che Atena, esaminando il lavoro della sua rivale, non trovasse alcun difetto nell'opera compiuta; ma alla fine, l'esito della gara non fa alcuna differenza per la conclusione della storia. Nel caso in cui Aracne fosse dichiarata vincitrice della gara, Atena si adirò a tal punto per l'empietà di Aracne e per l'argomento della tela prodotta, che fece a pezzi il lavoro e iniziò a colpire la ragazza con gli strumenti di Aracne stessa. Disperata, Aracne si impiccò a una corda. In alternativa, se Atena avesse vinto la gara, Aracne si sarebbe impiccata per la disperazione di essere stata battuta. Atena, però, non lasciò morire Aracne e allentò la corda intorno al collo della ragazza, ma questo non fu un atto di gentilezza, perché Atena non aveva perdonato Aracne, e quindi spruzzò sulla ragazza una pozione prodotta da Ecate. Guarda anche: Termerus nella mitologia grecaImmediatamente, Aracne iniziò a trasformarsi, perdendo tutte le caratteristiche umane, fino a trasformarsi in un ragno. Aracne era quindi destinata a trovarsi per sempre all'estremità di una corda, a tessere intricati disegni. Guarda anche: I figli di Nyx nella mitologia greca |
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Aracne come madre
Plinio direbbe che Aracne è stata una madre, che ha dato alla luce un figlio, Closter, da un padre innominato. Closter, secondo l'autore romano, avrebbe inventato il fuso, un componente vitale per la produzione della lana.